A Roma

Onegin di John Cranko al Teatro dell’Opera di Roma con Nicoletta Manni e Friedemann Vogel

Dopo quasi 30 anni di assenza e a 60 anni dal suo debutto, torna al Costanzi, Onegin il capolavoro di John Cranko tratto dall’omonimo romanzo di Puškin. Il balletto in tre atti su musica di Čajkovskij, è l’esempio perfetto di “dramma in danza” per genialità narrativa e spessore drammatico. A far rivivere una grande storia d’amore infelice, attraverso passi a due di straordinaria potenza espressiva, per la prima volta al Costanzi l’étoile del Teatro alla Scala Nicoletta Manni con Friedemann Vogel. Dopo la prima del 3 aprile, repliche fino al 9. Sul podio Philip Ellis.

Dal 03 . 04 . 2025 al 09 . 04 . 2025

Roma - Teatro dell'Opera, Piazza Beniamino Gigli

La stagione danza del Teatro dell’Opera di Roma firmata dalla direttrice Eleonora Abbagnato, porta nuovamente in scena, dal 3 al 9 aprile 2025 sul palco del Teatro Costanzi, dopo quasi 30 anni di assenza, Onegincertamente uno dei capolavori ballettistici del Novecento e uno dei più riusciti esempi di balletto drammatico.

Creato a Stoccarda nel 1965 dal coreografo John Cranko e ispirato al romanzo in versi Evgenij Onegin di Aleksandr Puškin, Onegin è un balletto d’azione intenso che unisce lirismo romantico e potenza drammatica. La grande ricchezza coreografica, la potenza espressiva, la profondità di coloriture psicologiche nel tratteggio dei personaggi, rendono questa coreografia un’opera di straordinaria intensità emotiva e un capolavoro senza tempo.

Il balletto racconta la storia di Onegin, un giovane aristocratico annoiato dalla vita che si lascia sfuggire quello che troppo tardi riconoscerà come il vero, grande amore.

La trama segue la tormentata storia d’amore tra la giovane e sognatrice Tatiana e il sofisticato ma distante Onegin. Dopo aver respinto l’amore sincero della ragazza e causato la morte del suo migliore amico Lenskij in un duello, Onegin ritorna anni dopo, solo per scoprire che Tatiana, ora sposata e matura, ha trovato la sua forza interiore e lo respinge.

Attraverso una coreografia intensa e coinvolgente, Cranko traduce in danza la complessità psicologica dei personaggi, utilizzando passi e movimenti che esprimono le loro passioni, i conflitti interiori e le emozioni più profonde.

Nel balletto Tatiana è, inizialmente, una giovane introversa, romantica e idealista. Immersa nella lettura e nei sogni, vede in Onegin l’incarnazione del suo ideale amoroso e gli dichiara il suo amore con una lettera appassionata. Tuttavia, il rifiuto brusco di Onegin e le successive disillusioni la spingono a crescere e a maturare. Quando lo rincontra anni dopo, ormai donna sposata e rispettata, dimostra una forza interiore e una dignità che la rendono un personaggio straordinariamente complesso: pur amando ancora Onegin, sceglie la fedeltà ai suoi valori e al marito, rifiutandolo con fermezza.

Onegin è un uomo sofisticato, annoiato e distante emotivamente. Il suo atteggiamento cinico lo porta a rifiutare l’amore puro di Tatiana con freddezza e a provocare inutilmente un duello con Lenskij, finendo per ucciderlo. Tuttavia, il tempo e la solitudine lo trasformano: quando incontra di nuovo Tatiana, si rende conto troppo tardi di aver perso la possibilità di essere felice. Il suo tormento finale, nel quale implora Tatiana di amarlo, rivela il suo cambiamento, ma anche la sua tragica incapacità di trovare la felicità.

I duetti tra Onegin e Tatiana sono tra i momenti più iconici della produzione, caratterizzati da una tensione drammatica che rende il balletto un’esperienza coinvolgente e struggente.
Bellissimo è il passo a due del primo atto in cui Tatiana sogna il suo grande amore per Onegin corrisposto con identica passione.
Di straordinaria potenza espressiva anche il passo a due del terzo atto, trionfo dell’ambiguità e dei sentimenti inespressi, tra i più intensi e struggenti del repertorio ballettistico del Novecento.

Ben tratteggiati, nel balletto, anche i personaggi di Olga e Lenskij. Olga, sorella di Tatiana, è il suo opposto: allegra, vivace e meno incline ai sentimenti profondi. Ama Lenskij, ma la sua leggerezza la porta a flirtare con Onegin, scatenando la gelosia dell’amato. Il suo comportamento, apparentemente innocente, diventa una miccia che conduce al duello e alla tragedia. Tuttavia, Olga non è malvagia: è semplicemente una ragazza che vive con leggerezza e inconsapevolezza, senza prevedere le conseguenze delle sue azioni.

Lenskij è il simbolo del giovane innamorato, sincero e sensibile. Poeta dall’animo puro, ama Olga con devozione e si lascia trasportare dai sentimenti. Il suo carattere passionale lo rende vulnerabile e lo porta a sfidare Onegin a duello per gelosia, un’azione che segnerà tragicamente il suo destino. Il duello e la morte di Lenskij nel secondo atto, è uno dei momenti più struggenti del balletto, incarnando la distruzione della purezza e dell’idealismo di fronte al cinismo e all’indifferenza del mondo adulto.

Nel complesso questi quattro personaggi, rappresentando sfumature diverse dell’amore e della crescita personale, rendono Onegin un dramma profondamente umano e universale.

A interpretare i personaggi di Tatiana e Onegin arrivano al Teatro dell’Opera due interpreti d’eccezione: Nicoletta Manni e Friedmann Vogel.

Nicoletta Manni, étoile del Teatro alla Scala di Milano, per la prima volta ospite del ballo capitolino, è stata più volte applaudita interprete del ruolo di Tatiana sul palco scaligero. Ricordiamo che la sua nomina a étoile è stata annunciata l’8 novembre 2023, al termine di una rappresentazione di Onegin in cui danzava nel ruolo di Tatiana accanto a Roberto Bolle. Nicoletta Manni è impeccabile in questo ruolo, non solo tecnicamente ma per la sua capacità di evolvere il personaggio attraverso le diverse fasi emotive della storia: dolce, remissiva e sognante nel primo atto; innamorata e delusa nel secondo atto; donna determinata e consapevole nell’atto finale.

Accanto a lei, nelle recite del 3, 5 e 8 aprile, nel ruolo di Onegin, ci sarà Friedmann Vogel, étoile del Balletto di Stoccarda, la compagnia che ha dato vita a questo balletto e che custodisce l’eredità di John Cranko. Vogel è rinomato per la sua interpretazione del ruolo di Onegin per la sua capacità di incarnare la complessità del personaggio, combinando tecnica impeccabile e profonda espressività.  Il pubblico italiano ha già avuto modo di apprezzarlo in questo ruolo nella versione del balletto trasmessa su Rai 5 e che vi proponiamo in coda a quest’articolo.

Accanto a loro le étoile, i solisti e il Corpo di ballo del Teatro dell’Opera che sarà impegnato nelle splendide danze d’insieme: quella festosa dei contadini, quella borghese dei signori di provincia, quella aristocratica dei nobili.

L’Orchestra capitolina qui diretta da Philip Ellis, avrà il compito di eseguire la partitura musicale del balletto costruita su musiche tratte da composizioni di Pëtr Il’ič Čajkovskij, una partitura che curiosamente non utilizza nemmeno una nota tratta dalla sua opera Evgenij Onegin.
La scelta, all’epoca della creazione di questo balletto, fu di orchestrare alcuni brani per pianoforte, molti dei quali tratti dal ciclo delle Stagioni, ed estrapolare alcuni momenti da poemi sinfonici quali Francesca da Rimini e Romeo e Giulietta oltre a due arie dall’opera I capricci di Oksana Vakula il fabbro, più conosciuta col titolo Gli stivaletti.
L’assemblaggio e l’orchestrazione dei vari brani, affidati all’elaborazione di Kurt-Heinz Stolze, fidato collaboratore di Cranko, vennero concepiti in relazione alla espressività drammatica di ciascun brano, legandosi alla concezione del balletto come spettacolo teatrale completo. Anche in questo, l’abilità nel reinventare una storia scritta e nel narrarla in puri termini di danza ,rivela una meravigliosa libertà nell’andamento drammaturgico e coreografico di Cranko.

Con il suo perfetto equilibrio tra narrazione, musica e danza, Onegin di John Cranko trasforma la storia di Puškin in una coreografia struggente e indimenticabile. Grazie alla sua struttura narrativa intensa e profondamente emotiva e alla straordinaria capacità di Cranko di trasformare le emozioni più profonde in movimento danzato, questo balletto continua ancora oggi, a sessant’anni dal suo debutto, a essere una pietra miliare del repertorio ballettistico, un capolavoro in grado di affascinare il pubblico di tutto il mondo con la sua poetica malinconia e il suo racconto senza tempo sull’amore perduto e il destino ineluttabile.

Francesca Bernabini

01/03/2024

 

Onegin di John Cranko al Teatro dell’Opera

Lo spettacolo è in scena giovedì 3 aprile (ore 20.00), venerdì 4 aprile (ore 20.00), sabato 5 aprile (doppio spettacolo ore 15.00 e ore 20.00), domenica 6 aprile (ore 16.30) martedì 8 aprile (ore 20.00) e mercoledì 9 aprile (ore 20.00). La recita del 9 aprile delle ore 11.00 è riservata alle scuole.

Anteprima Giovani. Segnaliamo che anche quest’anno il Teatro dell’Opera di Roma riserva a tutti i giovani sotto i 30 anni l’opportunità di assistere alle Anteprime degli spettacoli della stagione. Esibendo un documento alla biglietteria del Teatro gli under 30 possono acquistare il biglietto per Onegin a soli 15 euro.

Precede lo spettacolo, lunedì 17 marzo 2024, un incontro aperto al pubblico in cui Eleonora Abbagnato introdurrà il balletto. L’iniziativa rientra nel ciclo di incontri Passaporti di Danza voluti dalla direttrice.

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IL SOGGETTO

ATTO I

Quadro primo. Nel giardino della casa della vedova Larin
In una luminosa giornata estiva, Tatiana e Olga danzano nel giardino della loro casa insieme alle amiche. Le giovani giocano a un antico rito: chi si specchia potrà scorgere il volto del proprio futuro sposo. L’allegra e spensierata Olga, fidanzata del poeta Lenskij, vede il suo volto riflesso nello specchio, confermando il loro amore. Tatiana, più timida e sognatrice, vi scorge invece il volto di Evgenij Onegin, un aristocratico annoiato, futuro erede di ricchi possedimenti, appena arrivato in visita da San Pietroburgo.
Lenskij, pieno di entusiasmo, presenta Onegin alla famiglia Larin. Tatiana ne rimane subito affascinata, credendo di riconoscere in lui il protagonista dei romanzi che tanto ama. Ma Onegin, distaccato e superiore, non si lascia coinvolgere dall’atmosfera serena e romantica della casa. Annoiato e privo di emozioni sincere, si vanta della propria superiorità e tratta con sufficienza la giovane Tatiana, che tuttavia si sente irrimediabilmente attratta da lui.

Quadro secondo. Camera di Tatiana
Quella notte, Tatiana, preda di un’intensa emozione, scrive una lettera a Onegin, dichiarandogli il suo amore in modo impulsivo e passionale. Nel silenzio della sua stanza, si lascia trasportare dai sentimenti, immaginando un futuro con lui. Esausta, si addormenta con la lettera stretta tra le mani.
Nel sogno, lo specchio davanti a lei riflette l’immagine di Onegin, che le appare amorevole e devoto, ricambiando il suo amore con dolcezza. Ma la realtà sarà ben diversa da questo sogno illusorio.

ATTO II

Quadro primo. La festa di compleanno di Tatiana
Il tempo è passato e la casa della vedova Larin è animata da un elegante ricevimento per il compleanno di Tatiana. Gli invitati danzano e si intrattengono, mentre la giovane festeggiata attende con ansia un segnale da Onegin, nella speranza che abbia letto e risposto alla sua lettera.
Quando finalmente si incontrano, Onegin la ferisce profondamente: con disprezzo, strappa la lettera davanti ai suoi occhi, umiliandola pubblicamente. Tatiana è devastata, ma Onegin, indifferente, decide di divertirsi corteggiando sfacciatamente Olga. La sua leggerezza e la sua insistenza provocano la gelosia di Lenskij, che assiste impotente al comportamento frivolo della sua promessa sposa. Ferito nell’orgoglio e nei sentimenti, Lenskij sfida Onegin a duello.
Il Principe Gremin, uomo saggio e influente, cerca di placare la tensione e fermare la tragedia imminente, ma invano: l’orgoglio e l’impulsività hanno ormai preso il sopravvento.

Quadro secondo. Un parco abbandonato
All’alba, in un luogo solitario e avvolto nella nebbia, Tatiana e Olga tentano disperatamente di dissuadere Lenskij dal combattere. Anche Onegin, resosi conto delle conseguenze delle sue azioni, è pronto a riconciliarsi. Ma Lenskij, giovane e idealista, è troppo ferito e non può ritirarsi senza perdere il proprio onore.
I due amici si trovano così di fronte, le pistole in mano. In un attimo fatale, Onegin spara e Lenskij cade a terra, senza vita. Il giovane poeta muore, lasciando Olga distrutta e Tatiana in preda al dolore. Onegin, sopraffatto dal rimorso, si allontana, segnato per sempre dalla colpa.

ATTO III

Quadro primo. Il ballo a Palazzo Gremin
Sono trascorsi dieci anni. Tatiana, ormai donna matura ed elegante, è divenuta la moglie del rispettato Principe Gremin. Il loro matrimonio è stabile e sereno, anche se non fondato su una passione travolgente.
Durante un sontuoso ballo a Palazzo Gremin, tra la folla di ospiti e danzatori, compare improvvisamente Onegin. Gli anni lo hanno cambiato: il tempo e i rimorsi lo hanno reso un uomo distrutto, tormentato dalle sue scelte. Quando scorge Tatiana, bellissima e sicura di sé, è travolto da un’improvvisa consapevolezza: ha lasciato andare l’unico vero amore della sua vita.
Ora i ruoli si sono capovolti. Onegin è consumato dal rimpianto, mentre Tatiana, pur riconoscendo in lui il sentimento mai del tutto spento, si allontana con dignità.

Quadro secondo. Il salottino di Tatiana

Nel silenzio della sua casa, Tatiana riceve una lettera da Onegin: è una dichiarazione d’amore, una supplica disperata per un incontro. Sconvolta, chiede al marito di rimanere con lei quella sera, ma il Principe, ignaro della tempesta interiore che la agita, la lascia sola.
Onegin arriva. Con passione, finalmente le confessa il suo amore, implorandola di fuggire con lui. Tatiana è travolta da emozioni contrastanti: ama ancora Onegin, ma sa che è troppo tardi. La donna che un tempo avrebbe sacrificato tutto per lui non esiste più.
In un ultimo gesto definitivo, Tatiana strappa la lettera di Onegin, rifiutandolo per sempre. Distrutto, l’uomo comprende di aver perso l’unico amore sincero della sua vita. Mentre Onegin esce, solo e sconfitto, Tatiana rimane ferma nella sua decisione, con le lacrime agli occhi, ma con la forza di chi ha scelto il proprio destino.

Foto: 1.-2. Nicoletta Manni in Onegin di John Cranko, ph Brescia e Amisano Teatro allla Scala; 3.-4. Friedemann Vogel, Onegin di John Cranko, Stuttgarter Ballett.

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