Ravello Festival

Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala a Ravello

03 . 07 . 2014

21.25

Ravello - Belvedere di Villa Rufolo

Il Ravello Festival propone giovedì 3 luglio uno spettacolo con gli allievi della Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, fiore all’occhiello nel panorama della formazione tersicorea italiana. Guidata da Frédéric Olivieri, la Scuola scaligera oggi conta più di duecento allievi, che, ogni anno, oltre a partecipare regolarmente agli spettacoli del massimo milanese, vengono invitati a far parte delle più apprezzate compagnie italiane e straniere.

A Ravello, sul palco montato sul Belvedere di Villa Rufolo, gli allievi della Scuola portano inscena un programma raffinato: Serenade, capolavoro di George Balanchine, Gymnopédie un vero cammeo firmato da Roland Petit e Napoli dall’originale di August Bournonville.

Serenade è uno dei balletti più noti di George Balanchine. Ideato nel 1934 per gli allievi della School of American Ballet, appena fondata da Balanchine con Lincoln Kirstein e Edward M. M. Warburg a distanza di pochissimi mesi dal suo arrivo negli Stati Uniti, si ispira nel titolo all’omonima composizione di Ciaikovsky Serenata in do maggiore per orchestra d’archi, op. 48. Il balletto, che costituisce uno degli esempi più alti del neoclassicismo di Balanchine, vede 28 ballerini in costumi celesti danzare di fronte ad una scena anch’essa azzurra. Come scriveva lo stesso Balanchine in Complete Stories of the Great Ballets: “Per Serenade molti pensano che ci sia una storia nascosta nel balletto. Non c’è. Sono semplicemente danzatori in movimento su un bel pezzo di musica. L’unica storia è la storia della musica, una serenata, una danza, se si preferisce, al chiaro di luna”.

La coreografia è stata rimontata per gli allievi scaligeri da Patricia Neary, solista del New York City Ballet, cresciuta sotto la guida del coreografo russo di cui ha raccolto l’eredità, riproponendone in tutto il mondo gli allestimenti.

Segue un omaggio a Roland Petit con l’interpretazione di Gymnopédie, ideato dal grande coreografo francese per il balletto Nazionale di Marsiglia sugli omonimi tre pezzi per pianoforte di Erik Satie. Gymnopédie nacque inizialmente per Ma Pavlova, del 1986, e venne poi sviluppato per Tout Satie, spettacolo – o dance concert, come lo chiamava Petit, – in un solo atto, del 1988.

Si chiude con uno spumeggiante divertissement da Napoli, capolavoro romantico del 1842 su musiche di Edward Helsted, Holger S. Paulli, Niels W. Gade, con cui August Bournonville, direttore del Ballo e primo coreografo del Teatro Reale di Copenaghen, esprime al meglio lo stile danese da lui teorizzato: uno stile che non solo valorizza la danza maschile, ma che nell’adozione di passi virtuosistici e complessi, molti dei quali in elevazione, eseguiti nel modo più naturale”possibile, trova la sua massima espressione.

Nato in seguito ad un soggiorno di qualche mese in Italia a cui sono costretti a causa di un bando reale Bournonville e la moglie Lucile Grahn, Napoli – ovvero il pescatore e la sua sposa, è un balletto, in tre atti, gioioso e pieno di virtuosismi: Gennaro, pescatore partenopeo ama, riamato, Teresina, in una città i cui vicoli sono popolati da personaggi bizzarri e spiritosi, sempre in vena di burle. Teresina viene rapita da Golfo, demone del mare, che la porta nel suo antro, la Grotta Azzurra di Capri, ma Gennaro riesce a liberarla e i due convolano a nozze, in un tripudio di danze, fra nastri colorati e tamburelli.

Da non mancare.

Nelle foto: Da 1. a 3. Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala,  Serenade di Balanchine, foto di Lidia Crisafulli; 4. Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, Napoli di Bournonville.

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