La recensione

Lo Schiaccianoci di Nacho Duato al Teatro alla Scala con Roberto Bolle e Maria Eichwald

Uno Schiaccianoci essenziale, ma non di rottura con la tradizione, quello firmato da Duato e in scena al Teatro alla Scala. Roberto Bolle è la perfetta incarnazione del Principe in tutto il suo splendore. Maria Eichwald, una leggerissima Clara. Il balletto fa emergere la grande qualità di tutto il Corpo di ballo diretto da Makhar Vaziev.

Lo Schiaccianoci, il più rappresentato dei balletti, è arrivato alla Scala di Milano in un nuovo allestimento e in una nuova corografia dando il cambio alla versione super visionata firmata Nureyev che ha tenuto banco per oltre 40 anni.

L’odierna coreografia porta la firma di Nacho Duato, spagnolo di Valencia, che dopo aver toccato numerose e prestigiose compagnie di danza, dal 2011 al 2013 ha assunto la direzione del Balletto Mikhailovskij di San Pietroburgo, dove ha allestito, oltre a numerosi titoli e questo Schiaccianoci, anche una Bella addormentata di grande pregio. Dal corrente anno Duato è direttore dello Staatsballet di Berlino e coreografo ospite del Mikhailovskij.

La Scala ora acquisisce questa produzione visivamente molto ordinata e coreograficamente semplificata, una versione dove soprattutto le danze di carattere sono godibili nella loro precisione e pulizia esecutiva.

La scena del primo atto ci conduce in un importante salone corredato dall’immancabile albero di Natale. E’ la vigilia di Natale. Gli ospiti indossano abiti fine Ottocento, semplici, eleganti e raffinati, firmati, come le scene di grande bellezza, da Jerome Kaplan e esaltati dalle luci di Brad Fields che avvolgono delicatamente l’intero allestimento.

Durante la consegna dei doni ai bambini agiscono anche le celebri e storiche marionette della premiata ditta Carlo Colla & Figli con la voce narrante di Michele Nani. I topi vengono sostituiti da soldati e non si respira l’aria da incubo che solitamente caratterizza il sonno agitato di Clara. Molto efficace la trasformazione a vista da automa in Principe.

Per quel che riguarda le danze di carattere del secondo atto vediamo quella ungherese eseguita da quattro marinai in maglietta (gli aitanti Salvatore Perdichizzi, Marco Messina, Fabio Saglibene, Timofej Andrijashenko nella recita del 19 dicembre) mentre le altre danze presentano siparietti o pochi elementi scenici per sottolineare le ambientazioni.

Senza dubbio il momento clou del corpo di ballo è il Valzer dei fiori del secondo atto, decisamente di grande effetto e tutto trionfalmente giocato sul rosa. Questa danza corale rappresenta in modo autentico l’emozione e il clima romantico del sogno.

La partitura di Cajkovskij ha trovato in Vladimir Fedoseyev una mano esperta e di conseguenza una resa strumentale di valore dell’intera Orchestra del Teatro alla Scala impreziosita dalla suggestiva presenza del Coro di voci bianche dell’Accademia Teatro alla Scala diretto da Bruno Casoni.

Un grande successo di pubblico ha accolto nelle prime rappresentazioni le interpretazioni di Roberto Bolle, la perfetta incarnazione del Principe in tutto il suo splendore, e di Maria Eichwald, una leggerissima Clara in totale sottigliezza e tenuità.

L’alto livello tecnico ed espressivo di Roberto Bolle e di Maria Eichwald riescono a conservare intatta la magia dei canoni gestuali tipici del balletto fine Ottocento, tra virtuosismi, passi a due e coreografie di gruppo.

Il linguaggio neoclassico e di carattere utilizzato nel balletto, fa emergere anche la grande qualità di tutto il Corpo di ballo diretto da Makhar Vaziev: i ballerini alternandosi in affascinanti passi a due e coreografie di gruppo danno prova del loro grande talento e della loro solida preparazione mantenendo le linee e l’assieme anche nelle batterie e pirouette, eseguite in perfetta sincronia. Tra loro i bravi Giuseppe Conte, Alessandro Grillo, Emanuela Montanari, Valerio Lunadei, Virna Toppi, Federico Fresi, Emanuele Cazzato, Marta Romagna, Francesca Podini, Stefania Ballone, Eugenia Lepera, Alessandra Vassallo, Marco Agostino, Vittoria Valerio, Giulia Schembri, Chiara Fiandra, Federico Fresi, Walter Madau, Angelo Greco, Andreas Lochmann e Mattia Semperboni.

Uno Schiaccianoci essenziale, ma non di rottura con la tradizione. Duato riesce a mantenere inalterata la fiabesca magia e la tenerezza di quei passi di danza in punta di piedi arrivati fino a noi dalla più solida, autentica e accademica tradizione russa.

Michele Olivieri

22/12/2014

Foto di foto Marco Brescia e Rudy Amisano, Teatro alla Scala.

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