Lettera alla redazione

Luca Bruni al Mibact: in nuovo DM per l’assegnazione dei fondi Fus mette a rischio la sopravvivenza delle compagnie del terzo cluster.

Di seguito pubblichiamo una lettera aperta firmata da Luca Bruni, direttore e coreografo della Compagnia Oplas, indirizzata a Onofrio Cutaia, neo Direttore Generale dello spettacolo del Mibact. Bruni evidenzia le difficoltà incontrate dalle compagnie di produzione danza appartenenti al “terzo cluster” nell’applicazione del nuovo decreto che da quest’anno ha innalzato i criteri di accesso e ha modificato il sistema di valutazione per l’ottenimento dei fondi Fus da parte del Ministero. Bruni chiede chiarimenti riguardo i meccanismi di preparazione dell’istanza e un vademecum esaustivo su come affrontare l’inserimento dei dati all’interno del programma on-line in modo tale sapere in anticipo a quale cluster si andrà ad appartenere.

Gentile Direttore Onofrio Cutaia

La presente lettera, i cui intenti sono comuni a molte delle compagnie di danza sovvenzionate in base all’art. 26 del DM 1 luglio 2014 e appartenenti al cosiddetto “terzo cluster”, ha lo scopo di rendere palese alle istituzioni interessate le difficoltà incontrate lungo questo duro anno di primo triennio.

Questo nuovo regolamento mette in reale difficoltà il normale svolgimento delle attività programmate dalle compagnie interessate, a tal punto che molte di esse stanno valutando fino a che punto continuare questa battaglia per la sopravvivenza: innalzare a 600 il numero delle giornate contributive senza adeguare il contributo assegnato significa di fatto applicare una decurtazione a tutte le compagnie facenti parte di questo sotto-insieme, costringendole ad indebitarsi fino al collasso.

E’ nostra convinzione che questo regolamento non tenga affatto conto della realtà italiana per cui – allo stato attuale – è praticamente impossibile vendere spettacoli ai prezzi che potrebbero coprire il disavanzo imposto alle compagnie dall’assegnazione del contributo stesso, in un momento storico in cui anche le altre amministrazioni locali (Regioni e Comuni) hanno praticamente azzerato i fondi per la cultura. Inoltre, come già sospettato, i tre Centri di Produzione danza non hanno saputo assolutamente esaudire la grande necessità di ospitalità agognata dalle tante compagnie che in questo speravano per la circuitazione a livello nazionale.

Molti di noi (compagnie sovvenzionate) hanno chiesto – ed ottenuto – degli incontri in separata sede con il Dirigente ed il Coordinatore del settore (Dott.ssa Ferrante e Dott.ssa Simonetti) le quali, di fronte alle pressanti domande di spiegazione, hanno fornito risposte circostanziate dall’impenetrabilità di un regolamento scritto da tecnici: tecnici che, con il senno di poi, hanno dimostrato essere avulsi della conoscenza del terreno su cui si stavano muovendo e delle difficoltà che avrebbero generato per coloro i quali – come le compagnie del terzo cluster – hanno impostato il progetto su reali dati progettuali in riguardo alle voci di entrata e di uscita.  Tanto è vero che ci chiediamo se, dietro questi tecnici, ci sia piuttosto la volontà politica premeditata di annientare un determinato numero di compagnie per privilegiarne altre (è piuttosto anomalo, infatti, che il primo cluster abbia a disposizione più fondi da spartire fra un minor numero di compagnie rispetto al secondo e al terzo, quest’ultimo il più numeroso e con meno fondi a disposizione).

Chiediamo per tanto che il MiBACT fornisca spiegazioni più esaurienti al riguardo dei meccanismi di preparazione dell’istanza, e soprattutto un vademecum esaustivo su come affrontare l’inserimento dei dati all’interno del programma on-line in modo tale da essere coscienti, in ogni istante, a quale cluster si andrà ad appartenere. Se questo non è possibile, è impensabile che il collocamento in uno dei tre cluster avvenga a mò di roulette russa, e che soprattutto non ci sia un metodo per apportare le correzioni che possano permettere di scegliere a quale cluster appartenere. Resta inoltre il fatto che il contributo assegnato deve essere adeguato alla pressione contributiva imposta dalle 600 giornate di base.

Forse è sfuggito ai tecnici che 600 giornate lavorative equivalgono ad una base salariale di almeno 38.400€ a cui si aggiungono circa il 33% di imposta contributiva e altri oneri (circa 12.700 €) e le spese di consulenza lavorativa (almeno 15€ a busta paga mensile), per un totale di oltre 52.000€ di uscite: senza citare le spese di allestimento sceno-tecnico, i viaggi e le diarie, etc. etc. E’ palese quindi che qualsiasi contributo inferiore ai 45.000€ significa obbligare le compagnie ad un indebitamento progressivo e ad un veloce esaurimento di qualsiasi risorsa propria. La maggior parte delle compagnie appartenenti al terzo cluster ricevono un contributo inferiore a questa cifra.

Questa tremenda situazione rischia di compromettere il lavoro svolto da numerose compagnie di danza che da anni si sforzano per vivere e, alle volte sopravvivere: se questo stato di fatto non sarà corretto positivamente, viene messo a rischio il futuro di numerose compagnie di danza e di tutti i danzatori in esse impegnati, il cui numero – enorme – sfugge ai tecnici che hanno ideato questo regolamento nonché al team dirigenziale che lo ha avallato senza imporre le dovuto correzioni che la loro decennale esperienza avrebbe dovuto garantire.

Ci auspichiamo di poter discutere con il Direttore Generale ed i suoi sottoposti questa urgente e spinosa situazione che non può e non deve essere rimandata ad altre annualità: criticità che, altresì, dovrà essere resa nota al Ministro competente, al Presidente del Consiglio, al Presidente della Repubblica.

Nell’attesa di un vostro doveroso feed-back e di un appuntamento per discutere questa annosa situazione, porgiamo i nostri distinti saluti

Luca Bruni

Oplas / Centro Regionale della Danza Umbria Ass. Cult.

14/12/2015

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