La recensione

Roberto Zappalà e il segreto della bellezza. Accolto con successo, I am beautiful, nuova produzione della Compagnia Zappalà Danza.

Ha debuttato al Comunale di Ferrara il 18 marzo con replica il 21 marzo 2016 al Teatro Ristori di Verona, I am beautiful, nuova produzione della Compagnia Zappalà Danza. Ultimo frutto del progetto Transiti Humanitatis, la creazione riporta al centro dell’indagine coreografica di Roberto Zappalà il corpo in quanto tempio di bellezza, naturalità e pensiero. Costruzione in tre quadri, I am beautiful segue un andamento emozionale che esplode nel finale in un crescendo psichedelico da concerto rock. Ricco di spunti e sapientemente costruito, lo spettacolo registra un successo chiaro e meritato.

La bellezza è un segreto, un attimo di quiete avvolgente che sospende il rumore poco prima di un moto impetuoso d’animo e pensiero. Disarmante, I am beautiful di Roberto Zappalà accoglie, rincuora e furiosamente abbaglia, spogliando lo stereotipo della perfezione statica e riabilitando l’ideale di una bellezza incerta, incastonata eppure viva tra i marmi di un’esteriorità riconoscibile. In questa stessa incertezza, la bellezza fuggente e inafferrabile messa in scena dai danzatori di Zappalà si conferma strumento fondamentale e infallibile di lettura del reale e mezzo di elevazione spirituale verso idee e mondi immaginati.

La sfida nascosta di un titolo che afferma I am beautiful (con riferimento alla scultura di Auguste Rodin e al primo verso de La Beauté di Charles Baudelaire Je suis belle, ô mortels! comme un rêve de pierre”) è tanto nella suggestione di un aggettivo che risveglia la facoltà del giudizio quanto nell’invito ad una riflessione sull’assunzione originaria: se la bellezza non può che affermare se stessa, è lo sguardo di chi l’attraversa, l’immaginazione di chi la contempla, il moto d’animo di chi la vive, a ricongiungerne gli elementi di una compiutezza visibile e necessaria. Sarà pertanto il nostro stesso vissuto di spettatori a condurre a termine la traccia scenica dei danzatori di Zappalà, sciogliendo l’ostensione della bellezza in un sentimento di piacere silenzioso, segreto eppure condiviso.

Fresca di debutto mondiale al Teatro Comunale di Ferrara, I am beautiful è il più recente frutto del progetto creativo Transiti Humanitatis in cui il coreografo catanese rimette al centro della propria indagine il corpo dell’uomo in quanto tempio di bellezza, naturalità e pensiero nei tempi di una modernità assuefatta al godimento irriflesso del riproducibile. Pur dichiaratamente alleato dell’idea umanistica della formazione della persona e della rieducazione al bello, Roberto Zappalà ne elude le implicazioni intellettualistiche lasciando che sia il corpo stesso a parlare di virtù contemporanee, cariche di impeto ed istinto, carnalità e slancio. Il progetto che comprende le creazioni del 2014 Invenzioni a tre voci e Oratorio per Eva, insieme a La Nona, creazione del 2015, approda con I am beautiful al decisivo, ma non conclusivo, quarto capitolo e apre la strada ad ulteriori riflessioni alle quali la Compagnia Zappalà Danza dedica, instancabile ed eccezionalmente prolifica, la propria ricerca coreografica presso Scenario Pubblico international choreographic centre Sicily di Catania.

Già negli anni Novanta Roberto Zappalà svolgeva in Sicilia una ricerca silenziosa sul movimento, accostando al profondo ed intimo attaccamento alla cultura e alla natura della propria terra uno sforzo di traduzione e apertura verso l’esterno. Il risultato di questa dedizione esplode oggi sotto gli occhi di tutti e la Compagnia Zappalà, da un anno riconosciuta dal MiBACT come Centro di produzione della danza, è ormai padrona di un linguaggio gestuale di ampio respiro e leggibilità europea, di forte impatto visivo eppure fascinosamente intriso di significati, messaggi e segni di una Sicilia in trasformazione. Potere misterioso di un’isola che possiede il dono del contrasto: separata e aperta, schiva e generosa, dal linguaggio misurato e ricchissimo di storie.

I am beautiful è una costruzione in tre quadri dai ritmi e dai colori in contrasto in linea con un andamento emozionale che sale e scende a favore di un’esplosione finale preannunciata, ma non prevedibile, in cui si riarmonizzano gli echi del fragore iniziale. Il cerchio infinito degli umori si apre nel bianco più candido di un fondale dai fili fitti e sottili, trasparenze di un aldilà inconoscibile e varco verso cieli di intuizioni possibili. In calzoncini e cotoni leggeri, i nove danzatori si abbandonano ai battiti irresistibili di percussioni incalzanti; innocentemente lascivi e colpevolmente liberi, tra fianchi disinvolti e lingue impertinenti, scuotono spalle, pugni e piedi, in un fremito collettivo che tradisce inconsce e antiche ritualità tribali.

Il secondo quadro è la necessaria antitesi dello squarcio d’inizio: nella penombra grigia, gli stessi corpi percorrono uniti il palcoscenico tenendosi per mano, disarticolando il movimento alla ricerca di un’attitudine d’insieme e adattando le individualità ad un incastro di comune intenzione. La tensione si allenta in accordo con suoni quieti, rallentati e talvolta distorti che sembrano descrivere la difficile, ma naturale costruzione di un patto sociale in cui la domanda sul bello si fa portatrice di valori condivisibili.

Tra luci chiarissime, bianche come il più classico dei marmi, il terzo quadro è una deflagrazione di suoni e movimento in un crescendo psichedelico da concerto rock. In verde brillante e aderente, i corpi dei ballerini si accendono di gestualità furiose eppure consapevoli, in un impeto che ricompone i passi iniziali in un ordine finalmente cosciente. Ordine desiderato e tuttavia profondamente fragile che diviene punto di svolta e di partenza per nuove destabilizzanti vie di bellezza. Ritroveremo qui anche l’intreccio di sensualità e disequilibrio, possesso e fuga, dell’uomo e della donna di Rodin, eternamente avvinti in un feroce attimo di contatto.

Spettacolo ricco di spunti di riflessione e sapientemente costruito, I am beautiful registra nelle prime due rappresentazioni a Ferrara e al Teatro Ristori di Verona, un successo chiaro e meritato che lascia ben sperare sull’ulteriore ampliamento del progetto coreografico di Roberto Zappalà e sulla diffusione del suo lavoro in Italia e all’estero. Complici della buona riuscita, gli eccellenti musicisti del gruppo catanese Lautari e il compositore Puccio Castrogiovanni, recentemente apprezzato dal pubblico della capitale nell’esibizione con la Compagnia Zappalà al Festival Equilibrio 2016. Bravissimi i danzatori, maestri burattinai dei propri corpi flessibili e artisti di un’armonia di gruppo dinamica e irresistibile: Maud de la Purification, Filippo Domini, Sonia Mingo, Gaetano Montecasino, Adriano Popolo Rubbio, Fernando Roldan Ferrer, Claudia Rossi Valli, Ariane Roustan, Valeria Zampardi.

Lula Abicca

24/03/2016

 

 

La recensione si riferisce alla replica del 21 marzo 2016 presso il Teatro Ristori di Verona.

Foto: Compagnia Zappalà Danza, I am beautiful di Roberto Zappalà, ph. Giuseppe Distefano.

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