PUNTO SPETTACOLO

Cambio di Governo. Bray lascia al suo successore non poche riforme avviate ma non concluse.

La crisi di governo arriva in un momento molto delicato per lo spettacolo. Nei prossimi mesi si devono portare a compimento i provvedimenti attuativi della legge Valore Cultura per lo spettacolo: riforma delle fondazioni liriche; maxi decreto che deve disciplinare l’assegnazione delle sovvenzioni Fus; realizzazione dei nuovi centri di produzione artistica utilizzando caserme dismesse. Cosa succederà ora?

Personalmente non sono d’accordo con quanto hanno scritto alcuni quotidiani definendo Massimo Bray un Ministro di cui “gli italiani difficilmente sentiranno la mancanza”. Nei dieci mesi in cui è stato ministro, Bray è riuscito ad avviare un processo di riforma dello spettacolo decisamente importante. Con la legge Valore Cultura ha affrontato in modo deciso il problema endemico del deficit delle fondazioni lirico sinfoniche mettendo sul piatto un centinaio di milioni per il fondo rotativo, ha avviato un processo di riscrittura dei decreti che regolamentano l’assegnazione delle sovvenzioni a tutti i comparti dello spettacolo dal vivo, ha incrementato il Fus 2014 (anche se con soli 17 milioni di euro), ha obbligato tutti i soggetti che percepiscono fondi Fus a pubblicare i compensi corrisposti ai loro vertici così come vuole la trasparenza, e ha fortemente sostenuto il cinema. Il tutto attirandosi ovviamente gli strali di non pochi soggetti decisi a non perdere neppure un pezzetto delle loro rendite di posizione.

Bray lascia al suo successore non poche patate bollenti. Per lo spettacolo dal vivo queste le principali.

La riforma delle Fondazioni è nella sua piena fase attuativa: nei prossimi mesi il Ministero deve approvare i piani di risanamento delle fondazioni che hanno aderito alla legge Valore Cultura, ossia una decina su 14. Il lavoro verrà comunque portato avanti dal super commissario Pinelli?

La riforma dei decreti con cui devono essere assegnate le sovvenzioni: lo schema della riforma c’è, il confronto con le categorie è stato avviato da un paio di mesi e quello con le regioni in queste ultime settimane ma manca la proposta di articolato che doveva essere presentato nei prossimi giorni. Questo lavoro era stato portato avanti dal Direttore dello spettacolo dal vivo Salvo Nastasi. Cosa succederà ora? Si proseguirà su questa strada o ci sarà uno stop?

Le norme applicative per la realizzazione “di centri di produzione artistica, di musica, danza e teatro contemporanei”. Ricordiamo che l’art. 6 della legge Valore Cultura prevede la creazione di “spazi di creazione e produzione di arte, musica, danza e teatro contemporanei” che devono realizzarsi riadattando “beni immobili di proprietà dello Stato, con particolare riferimento alle caserme dismesse e alle scuole militari inutilizzate che possono essere destinati ad ospitare studi di giovani artisti italiani e stranieri”.  Il decreto attuativo doveva arrivare ai primi di gennaio ma in realtà era ancora allo studio. E’ questo un decreto complesso che coinvolge non solo il Ministero dei beni culturali e quello dell’economia ma anche l’Agenzia del Demanio. Al provvedimento stava lavorando il consigliere giuridico di Bray. Cosa succederà ora?

Fus. Evidenziamo che il Fus 2015 è più basso rispetto a quanto stanziato per l’anno in corso. Bray aveva sostenuto di volerlo rimpinguare con la prossima legge di stabilità. Questo impegno sarà onorato dal suo successore?

Ci auguriamo che Renzi proponga un Ministro di grande caratura e che conosca nel profondo le problematiche di beni e attività culturali. Non vorremmo proprio ricominciare da capo la discussione sui fondi e sulle riforme che disciplinano lo spettacolo da capo.

Francesca Bernabini

15/2/2014

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